SVP, TEAM K, FREIHEITLICHE, FRATELLI D’ITALIA, FORZA ITALIA, LISTA CIVICA rifiutano un requisito fondamentale dello Stato di Diritto (trasparenza) soprattutto per quanto riguarda quello strumento, il cui abuso ha portato a restrizioni/violazioni della libertà personale e collettiva a partire dal 2020 e che ha consentito l’approvazione in via originariamente condizionata di “vaccini” sperimentali
“La prossima pandemia arriverà sicuramente, solo che non sappiamo quando”: questo è stato il tenore anche alla recente “tavola rotonda” in TV alla RAI Südtirol.
La raccolta di dati che porta alla drastica limitazione dei diritti e delle libertà fondamentali e, in ultima analisi, all’approvazione di sostanze sperimentali che vengono somministrate in massa alla popolazione (anche nell’ambito di un obbligo di “vaccinale”) deve garantire la massima trasparenza.
Se ciò non avviene, non si può nemmeno lontanamente parlare di uno Stato di Diritto.
Ma proprio questa trasparenza, indispensabile per misure autoritarie di così vasta portata, è totalmente assente nell’uso del metodo di diagnostica di laboratorio PCR (Polymerase Chain Reaction).
Nella “pandemia” íl test PCR è stato dichiarato essere il cosiddetto gold standard per la rilevazione di un’infezione da Sars-CoV-2.
Un cosiddetto “caso positivo” ha comportato restrizioni estese alla libertà personale (quarantena) e collettiva (lockdown). E la somma di questi cosiddetti “casi positivi” è stata, tra le altre cose, il presupposto per la dichiarazione della presunta pandemia (PHEIC – pubblic health emergency of international concern) e un prerequisito per l’approvazione in via condizionata dei cosiddetti “vaccini” sperimentali basati sull’ingegneria genetica.
Tuttavia, i test non sono mai stati concepiti per questo scopo, poiché non sono in grado di distinguere il materiale genetico dagli agenti patogeni in grado di riprodursi. Un risultato positivo non dice nulla sull’infettività della persona testata.
Inoltre, esiste un’elevata probabilità di risultati falsi positivi.
Poiché in Alto Adige/Sudtirolo amiamo prendere l’Austria come riferimento, va ricordato che l’ex capo del dipartimento per la salute pubblica dell’AGES (Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare – paragonabile all’Istituto Superiore di Sanità in Italia), Franz Allerberger, ha dichiarato pubblicamente nell’autunno 2020 che era assolutamente insensato considerare il risultato positivo al test PCR come un caso di Covid, che non c’era mai prima stata nella storia della medicina una definizione radicalmente sbagliata di un caso di malattia come invece è accaduto con il Covid-19, e che senza il test PCR in Austria non ci sarebbe stata alcuna emergenza. Di conseguenza, l’esperto e dirigente dell’Istituto di Public Health della Repubblica Austriaca è stato brutalmente censurato dai media, prima di scegliere andarsene anticipatamente in pensione.
Un altro esperto e critico dell’uso improprio del test PCR, noto in Alto Adige/Sudtirolo, è l’esperto di Public Health, il dottor Martin Sprenger (Università di Graz, docente di Public Health, epidemiologia, medicina sociale).
Ha espresso molto chiaramente le sue critiche in interviste (ovviamente non sui media di sistema, dove queste dichiarazioni sono state sistematicamente censurate). Vedi tra l’altro meinbezirk.at. del 03.09.2020 (https://www.meinbezirk. at/niederoesterreich/c-regionauten-community/public-health-experte-martin-sprenger-im-interview-corona-schon-seit-herbst-2019-in-europa_a4220202) dove dice quanto segue: “…bisogna sapere quanto sia significativo un test. … La mia critica principale è che finora i test positivi sono stati considerati casi di malati. Questo è completamente sbagliato, è sempre stato sbagliato e rimarrà sempre sbagliato. … Non si è discusso affatto se e quanto bene il test rilevi se qualcuno è contagioso o meno. …. Si può essere positivi alla PCR per settimane o mesi, ma non si è più contagiosi da molto tempo… Anche il virologo Drosten sta già lentamente remando in questa direzione. Lui è anche un fenomeno in sé. Ho ascoltato quasi tutti i suoi podcast e mi sorprendo sempre di come cambi idea e dica cose diverse rispetto a settimane o mesi fa. Tutti possono cambiare idea, ma Drosten, che è uno specialista dei test PCR, sapeva fin dall’inizio che il test PCR non può rilevare l’infettività/contagiosità. E avrebbe dovuto comunicarlo chiaramente, nelle sue dichiarazioni pubbliche, ma anche ai politici. Il fatto che non l’abbia fatto lo trovo personalmente molto discutibile e meritevole di spiegazioni. …Sa che il test PCR può rilevare solo la contaminazione virale. … Ma ancora più importante in una pandemia è sapere se qualcuno è contagioso o meno. … Il gold standard sarebbe l’isolamento del virus, cioè la rilevazione del virus stesso e non solo di frammenti di esso. Si tratta di rilevare un virus funzionante, cosa che si può fare in laboratorio.
Va ricordato che è stato il virologo di stato della Germania (e della Commissione Europea presieduta dalla Ursula von der Leyen) Christian Drosten, che (come è stato definitivamente rivelato ora (vedi gli articoli degli ultimi giorni) – insieme a Fauci & Co. ha attivamente partecipato all’occultamento dell’origine di laboratorio del SARS-CoV-2, di cui era a conoscenza, perché era (è) parte del gruppo di virologhi dedicati alla illegale gain of function, e ha pubblicamente screditato scienziati di fama internazionale, come il direttore designato del NIH Jay Bhattacharya (professore di politica sanitaria alla Stanford University), per le loro critiche alle dannose misure Covid.
In Italia, tra gli altri, era il Prof. Mariano Bizzarri (Università La Sapienza – Professore di Medicina Sperimentale) ad illustrare l’uso improprio del test PCR, anche in audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato (https://www.senato. it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/421/377/prof._Bizzarri.pdf
I test PCR devono quindi essere integrati nelle procedure di diagnosi differenziale.
I test di massa su persone sane e asintomatiche sono insensati!
La cosiddetta PCR quantitativa non solo rileva la presenza di una determinata area del materiale genetico, ma allo stesso tempo anche la quantità di materiale genetico virale. Di conseguenza, la PCR quantitativa viene utilizzata principalmente nella diagnosi delle infezioni per determinare la cosiddetta carica virale.
Il valore CT (valore limite dei cicli) indica quanti cicli di replicazione sono necessari affinché un rivelatore dia un segnale nel caso di una PCR quantitativa. Più basso è questo valore, meno replicazioni sono state necessarie fino al primo segnale, più materiale genetico (DNA o RNA) era presente fin dall’inizio.
La presenza di materiale genetico virale non è la prova di un agente patogeno in grado di riprodursi, in quanto potrebbe anche trattarsi di semplici particelle virali.
Questo è stato sottolineato molto tempo fa dall’inventore del metodo PCR, Kary Mullis, che purtroppo è deceduto nel 2019 e non ha potuto quindi contrastare personalmente l’abuso del suo metodo diagnostico di laboratorio.
Per rilevare un virus in grado di riprodursi, è necessario creare una coltura in laboratorio. È stato dimostrato che il virus è in grado di riprodursi solo se sono presenti sintomi della malattia, se questi sono iniziati non più di dieci giorni prima e se è presente un valore CT corrispondentemente basso.
Il test PCR è inoltre progettato per rilevare solo determinate sezioni dell’RNA virale e non l’intero RNA virale. In questo modo, non solo può accadere che un agente patogeno esistente venga trascurato, ma anche che altro materiale genetico venga scambiato per l’agente patogeno. In questo modo viene generato un cosiddetto segnale falso positivo. Questo è uno dei problemi fondamentali del cosiddetto protocollo Corman-Drosten (chiamato anche protocollo Charitè, che è stato ampiamente utilizzato anche in Alto Adige/Sudtirolo), perché reagisce anche al materiale genetico di altri organismi, il che ha portato al fatto che anche persone non infette da Covid-19 sono state messe in quarantena ingiustamente. Questo protocollo di test, pubblicato nel gennaio 2020, è stato fortemente criticato anche per altri motivi (tra cui un valore CT estremamente alto, superiore a 40).
Alla mia domanda nell’ambito delle interrogazioni in Aula del Consiglio Provinciale dell’8 ottobre 2024, l’Assessore alla Salute Hubert Messner ha confermato, sia oralmente che per iscritto, che il valore CT (numero di cicli di amplificazione del materiale DNA prelevato) non viene indicato nella trasmissione scritta del risultato del test PCR da parte dei laboratori operanti ed autorizzati dall’Azienda Sanitaria nella Provincia Autonoma di Bolzano.
Ciò significa che continua a non esserci alcuna trasparenza sul fatto che i laboratori altoatesini rispettino o meno lo standard scientifico nell’applicazione dei test PCR quantitativi.
A causa dell’uso completamente improprio dei test PCR durante la cosiddetta pandemia di coronavirus (che ha portato a un’enorme creazione di falsi casi positivi per il Sars-Cov2), tra l’altro perché il cosiddetto protocollo del test PCR di Corman-Drosten prevedeva cicli di amplificazione di 40 e più (vedi a questo proposito il parere di un gruppo internazionale di scienziati che nell’autunno 2020 ha richiesto il ritiro del protocollo del test PCR di Corman-Drosten nell’allegato n. 1, e il parere della Prof.ssa Dr. Ulrike Kämmerer, Università di Würzburg-Germania sui test PCR nell’allegato n. 2),
L’OMS, seppur con un enorme ritardo, nel dicembre 2020 e nel gennaio 2021 nel suo bollettino ha informato gli applicatori dei test PCR, tra l’altro, del fatto che un numero elevato di cicli di amplificazione, necessario per rilevare il materiale genetico del virus, non implica la presenza di un virus attivo, e che in linea di principio si deve sempre tenere conto dei sintomi di malattia.
Inoltre, a causa delle massicce proteste internazionali contro la inappropriata e scientificamente falsa applicazione dei test PCR ai fini del rilevamento dei cosiddetti “casi positivi di Covid-19”, l’OMS ha sottolineato, anche se con un ritardo imperdonabile, che il valore CT, cioè il numero di cicli di amplificazione necessari per rilevare il materiale del DNA/RNA virale, deve essere indicato nei risultati dei test dei laboratori.
Vedi a questo proposito:
WHO Information Notice for IVD Users 2020/05
Nucleic acid testing (NAT) technologies that use polymerase chain reaction (PCR) for detection of SARS-CoV-2
20 January 2021 |Medical product alert |Geneva |Reading time: 1 min (370 words)
Omissis
health care
providers must consider any result in combination with timing of sampling,
specimen type, assay specifics, clinical observations, patient history, confirmed
status of any contacts, and epidemiological information
Actions to be taken by IVD users:
- Please read carefully the IFU in its entirety.
- Contact your local representative if there is any aspect of the IFU that is unclear to
- Check the IFU for each incoming consignment to detect any changes to the
- Provide the Ct value in the report to the requesting health care
I laboratori altoatesini/sudtirolesi autorizzati per fare i test PCR non sono quindi conformi, almeno dal 31 gennaio 2021, allo standard internazionale raccomandato dall’OMS (ovviamente troppo tardi e – guarda caso – dopo l’approvazione dei primi cosiddetti “vaccini” contro il Covid-19) per la comunicazione e valutazione dei risultati dei test PCR.
Il fatto che il Ministero della Salute italiano, secondo l’Assessore alla Salute Hubert Messner, non abbia fornito alcuna indicazione al riguardo, è del tutto irrilevante.
È la Provincia Autonoma di Bolzano ad essere responsabile della garanzia che i laboratori altoatesini/sudtirolesi incaricati dall’Azienda Sanitaria adottino una procedura scientificamente corretta e trasparente, indispensabile in uno Stato di diritto!
Dato che, inoltre, i vari prodotti per i test PCR sono diversi, poiché finora non esiste alcuna standardizzazione (solo per la rilevazione del virus SARS-CoV-2 ci sono più di 400 prodotti commerciali sul mercato, anche molto diversi tra di loro), per la tracciabilità e valutazione di un risultato del test PCR, è necessario che i laboratori, oltre all’indicazione del valore CT, indichino nel risultato scritto del test il nome commerciale e il produttore del prodotto per il test PCR utilizzato.
Per questo motivo ho presentato la mozione, vedi in allegato e qui: https://api-idap.landtag-bz.org/doc/IDAP_747618.pdf per imporre al governo provinciale di
garantire che i laboratori dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, nonché tutti i laboratori che effettuano test PCR per conto dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, indichino nella comunicazione scritta del risultato del test, il valore CT, il nome commerciale e il produttore del prodotto per test PCR utilizzato.
Ho allegato alla mia richiesta una parere scientifico bilingue della Prof.ssa Dr.ssa Ulrike Kämmerer (Università di Würzburg) – biologa cellulare e umana (ricercatrice sul cancro presso la Frauenklinik dell’Università di Würzburg), esperta riconosciuta nella tecnologia PCR.
SVP, TEAM K, Freiheitliche, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lista Civica hanno votato CONTRO la mia mozione destinata a garantire un minimo di standard della trasparenza necessario in uno Stato di diritto.
I Verdi si sono astenuti. Il deputato del PD, pur essendo presente, non ha partecipato alla votazione, così come, non hanno partecipato alla votazione, nonostante presenti, anche il Presidente della Provincia e il Consigliere Walcher (vedi risultato della votazione in allegato).
Già a novembre 2020, in un video, avevo richiamato, sulla base delle conoscenze scientifiche internazionali che avevo già a disposizione all’epoca, l’attenzione della popolazione altoatesina/sudtirolese sull’uso improprio dei test molecolari PCR.
Le reazioni a questo video sono state violente. Tra gli altri, il Consigliere del TEAM-K, il medico Franz Ploner, mi aveva ripetutamente chiesto di non continuare a parlare pubblicamente dei test PCR. Questo è stato per me il motivo per lasciare il partito TEAM K che avevo sbagliato nel considerare “liberale e rispettoso della dialettica nella scienza e nel discorso politico”.
Quindi la dura, anzi aggressiva reazione del dottor Franz Ploner mercoledì scorso in Consiglio provinciale alla mia mozione, non mi ha sorpreso, ma è stata per me la conferma che coloro che nel 2020 e negli anni seguenti propagandavano le misure anti-coronavirus non basate su prove scientifiche, come i test di massa della popolazione, non possono contribuire ad una elaborazione critica delle misure anti-coronavirus, ma, al contrario, continuano a reagire con attacchi puramente personali a proposte e critiche, invece, presentate in modo trasparente su basi scientifiche documentate. Perché tutto ciò che il dottor Ploner ha detto nella sua reazione alla mia mozione in Consiglio provinciale, ha completamente travisato la mia mozione.
La mia mozione non mirava a screditare uno strumento diagnostico di laboratorio, ma invece – proprio nello spirito dell’inventore del metodo PCR – a prevenire l’abuso di questo metodo, e a sottolinearne i suoi limiti e a richiedere la necessaria trasparenza, che uno Stato di diritto deve garantire, nell’interesse di tutti.
Durante la votazione di ieri, il dott. Franz Ploner non era presente, ma gli altri tre consiglieri del TEAM K hanno votato con l’SVP contro la necessaria trasparenza che uno Stato di diritto, che previene gli abusi autoritari, deve garantire.
Lo stesso vale per il deputato di Fratelli d’Italia Marco Galateo, che ovviamente appartiene ad un partito che fa annunci sui media altoatesini (STOL) con la dichiarata parola d’ordine “Stiamo smascherando la malagestione Covid- Ora tutta la Verità”, ma di fatto in Alto Adige fino ad oggi in Consiglio provinciale – tranne qualche imbarazzata astensione della collega Anna Scarafoni – ha sempre votato per la continuazione di errori fatali (impedimento della trasparenza dei test PCR e ulteriore pubblicità dei “vaccini” Covid-19 per le donne incinte, ecc.). Questo ha nulla a che fare con una politica coerente e credibile.
Ringrazio i colleghi deputati del Consiglio provinciale dell’Alto Adige che hanno votato a favore della futura garanzia di trasparenza dei risultati dei test PCR: Wir Bürger-Noi Cittadini-Neus Zitadins, Südtiroler Freiheit, JWA, Freie Fraktion, Für Südtirol mit Widmann.
Sono curiosa di sapere se il consigliere provinciale (ed ex Assessore alla sanità nel cosiddetto periodo del coronavirus) Thomas Widmann spiegherà di nuovo ai media il suo voto favorevole alla mia mozione come un mero errore/svista durante la votazione, oppure se ha riconosciuto la necessità di garantire la trasparenza e quindi la sostiene realmente. In quest’ultimo caso, lo valuterei essere un esempio di sviluppo positivo nello sforzo comune per prevenire in futuro misure dannose per la popolazione.
La trasparenza è necessaria soprattutto per prevenire infondate misure autoritarie: purtroppo, la maggior parte dei membri del Consiglio provinciale altoatesino non ha ancora compreso questo concetto, oppure semplicemente non li interessa se in futuro i cittadini saranno nuovamente privati dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali in modo completamente ingiustificato. Per me, questo è motivo di grande preoccupazione e mi spinge a continuare il mio lavoro di sensibilizzazione ed informazione.
È indispensabile che il tema dell’abuso dei test molecolari vada sotto i riflettori della Commissione d’inchiesta parlamentare Covid.
Mi auguro che il Presidente della Commissione parlamentare, Senatore Avv. Marco Lisei, e gli altri membri appartenenti al suo partito, non facciano come Fratelli d’Italia qui in Alto Adige. Perché non ho ancora capito il significato di inserzioni come questa su media altoatesini, e un comportamento di voto (tranne astensioni di una consigliera imbarazzata) giusto contrario alla necessaria rivelazione della verità. Per quanto riguarda le mascherine, p.e., non si tratta solo di beccare l’avversario politico con le mani nella marmellata degli sporchi mega-affari con le “museruole”, ma si tratta anche di accertare che l’imposizione di usare le mascherine persino all’aperto e per i bambini a scuola (con applicazione di sanzioni pecuniarie incassate ancora oggi) difettava di ogni evidenza scientifica ed ha creato enorme danno psico-fisico!
Sarebbe inoltre opportuno che la nostra emittente pubblica RAI, sede locale, “dedicasse” la sua attenzione al tema fondamentale dell’abuso dei test molecolari PCR e il pericolosissimo difetto della trasparenza su rispettivi dati anche per il futuro! Perché ci viene detto: “La prossima pandemia arriverà, solo che non sappiamo quando“ ….
Beschlussantrag Transparenz PCR Test 216 25 Mozione Trasparenza test molecolare
1. ReviewCorman_Drosten_Paper_Final_Version_10-3-Public_final
3. WHO Information Notice for IVD Users 2020_05
Risultato votazione Consiglio Prov. BZ mozione 216 2025
Trad. IT Prof. U. Kämmerr parere scientifico_RT-PCR
RA/Avv. DDr. Renate Holzeisen
Abgeordnete zum Südtiroler Landtag – Membro del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano
Fraktion VITA – Gruppo Consiliare VITA
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