Pfizer finanzia i Fact-Checker di Facebook

Il colosso farmaceutico Pfizer finanzia programmi di formazione giornalistica utilizzati da Facebook per addestrare i suoi partner nel ” fact-checking ” e nella censura di articoli e post critici nei confronti dei “vaccini” COVID-19.

L’International Center For Journalists (ICFJ) – a sua volta finanziato tra gli altri dalla Open Society Foundations di George Soros – sta collaborando con Meta, la società madre di Facebook e Instagram, alla sua iniziativa “Journalism Project“. Al contempo, Meta si affida ai giornalisti finanziati e formati dalla ICFJ per “combattere la disinformazione” sulle sue piattaforme social attraverso la sua controversa attività di fact-checking (“verifica dei fatti”).

Insieme, Meta e la ICFJ hanno finanziato testate giornalistiche con sede in Africa, America Latina e Medio Oriente con particolare attenzione alle notizie relative al COVID-19.

La ICFJ, partner di Facebook per il fact-checking, gode però anche del sostegno finanziario di Pfizer tramite la sua Arthur F. Burns Fellowship.

Secondo la ICFJ, “La Arthur F. Burns Fellowship, programma più longevo della ICFJ, offre a giovani giornalisti statunitensi, tedeschi e canadesi l’opportunità di vivere e lavorare nel paese dell’altro”. Il programma ha prodotto decine di ex allievi che “ora lavorano come corrispondenti esteri in 20 paesi per noti organi di informazione, come The Washington Post, Reuters, CNN, ARD, Deutsche Welle e Süddeutsche Zeitung”, afferma la ICFJ.

Il rapporto finanziario con Pfizer risale almeno al 2008, dal momento che il ICFJ ha collaborato con la casa farmaceutica su un “workshop di formazione sulla copertura giornalistica di questioni sanitarie” in tutta l’America Latina, stando a quanto riportato da The National Pulse.

“L’obiettivo del workshop è quello di generare una maggiore consapevolezza circa l’importanza della copertura delle questioni sanitarie nella regione e ricordare come i media possono diventare attori principali quando si tratta di informare ed educare il pubblico su questioni sanitarie che riguardano direttamente la salute e la qualità della vita”, si legge sul sito della ICFJ.

Difficilmente ci si può aspettare critiche da parte dei media mainstream riguardo alla maniera in cui l’ICFJ scredita altri attori con i suoi fact-check, considerando che molti dei corrispondenti che vi lavorano sono ex borsisti dell’Arthur F. Burns Fellowship. La rete dell’ICFJ, comprende circa 70.000 giornalisti in più di 160 paesi.

Pfizer ha un’ efficacia di appena il 12% nei bambini dai 5 agli 11 anni secondo lo studio del New York State Department of Health

Uno studio del New York State Department of Health pubblicato lunedì ha mostrato che l’efficacia del vaccino COVID-19 di Pfizer-Biontech nei bambini dai 5 agli 11 anni era solo del 12% dopo un periodo di osservazione di sette settimane. Secondo il New York Times, i funzionari sanitari dello Stato di New York sapevano delle scoperte già all’inizio di febbraio.

 I ricercatori del New York State Department of Health e della University at Albany School of Public Health hanno esaminato l’efficacia del “vaccino” di Pfizer-Biontech nei bambini dai 5 agli 11 anni e negli adolescenti dai 12 ai 17 dal 13 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022. Lo studio che è stato pubblicato il 28 febbraio ha esaminato l’incidenza dell’infezione da COVID-19 e il tasso di ospedalizzazione in 365.502 bambini dai 5 agli 11 anni e 852.384 adolescenti dai 12 ai 17 anni, sia nei soggetti completamente inoculati che non.

„Si tratta di uno studio importante perché evidenzia la mancanza di efficacia del vaccino BNT162b2 per i bambini dai 5 agli 11 anni dalla comparsa di Omicron“, sottolinea il dottor Madhava Setty, in un articolo sull’argomento per The Defender.

Secondo il New York Times, l’autore principale di questo importante studio, il dottor Eli Rosenberg, avrebbe informato i funzionari del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e della Food and Drug Administration (FDA) sui dati provenienti da New York già ai primi di febbraio. Alcuni scienziati delle suddette autorità avevano poi spinto perché i dati fossero resi pubblici prima di una riunione della FDA, prevista per il 15 febbraio, per rivedere la domanda di Pfizer per l’autorizzazione condizionata di un regime di tre dosi del suo “vaccino” per neonati e bambini dai 6 mesi ai 5 anni. Tuttavia, i risultati dello studio sono stati resi pubblici solo lunedì 28. Febbraio.

Dal momento che altri studi avevano già dimostrato che il “vaccino” non era protettivo contro l’infezione con la variante Omicron negli adulti, si temeva che la notizia avrebbe ulteriormente dissuaso i genitori dal puntare i loro figli, scrive il New York Times.

Gli autori dello studio consigliano l’inoculazione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, a dispetto del fatto che è stato rilevato solo il 48% di efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione da COVID. “Va ricordato che un’efficacia del vaccino del 48% nel prevenire l’ospedalizzazione e un abissale 12% nel prevenire l’infezione è al di sotto della stipulazione per l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA), che richiede che l’intervento autorizzato abbia un’efficacia del 50%” precisa il Dr. Madhava Setty.

Secondo il medico, i dati di questo ampio campione di bambini dimostrano che il “vaccino” fornisce poca, se non nessuna, protezione dall’infezione SARS-COV2. “Gli stessi dati indicano inoltre che i bambini non trattati sono già protetti dall’infezione, rendendo inutile qualsiasi forma di profilassi in questo gruppo di età. Quindi, qualsiasi trattamento richiesto non solo è inutile, ma espone a un rischio maggiore in termini di pericolo per la salute”, nota il Dr. Madhava Setty.

Infatti, non ci sono argomenti convincenti a favore dell’iniezione dei bambini con il siero. Lo diciamo da parecchio tempo, ora gli altri si stanno finalmente svegliando. Questa campagna vaccinale è dannosa e va fermata immediatamente, non da ultimo per il bene dei nostri figli e del futuro.

Licenziato per aver comunicato eventi avversi legati al “vaccino” COVID 19

Il direttore generale di un importante ente di assicurazione obbligatoria malattia è stato licenziato dopo aver riferito all’Istituto per la sicurezza dei farmaci che il numero di eventi avversi in seguito al “vaccino” Covid-19 era un multiplo a due cifre del dato ufficiale.

La settimana scorsa, il direttore generale dell’ente di assicurazione obbligatoria malattia tedesca BKK ProVita aveva segnalato che sul totale di 10.937.716 assicurati, 216.695 avevano sperimentato effetti avversi dopo l’inoculazione con il “vaccino” COVID-19. La notizia ha suscitato grande scalpore, specie considerando che le cifre ufficiali dell’Istituto tedesco per la sicurezza dei farmaci PEI ipotizzano appena 244.576 eventi avversi rispetto al totale di 61,4 milioni di persone “trattate” in Germania.

In un successivo comunicato stampa del 25 febbraio, BKK ProVita aveva messo in chiaro le ragioni che stavano alla base della comunicazione al PEI:

“Abbiamo comunicato la nostra valutazione all’Istituto Paul Ehrlich (PEI) in quanto autorità suprema per la sicurezza dei vaccini, poiché il numero di 216.695 casi trattati in relazione al numero di assicurati mostra notevoli anomalie rispetto al numero di casi dichiarato dal PEI nell’attuale rapporto sulla sicurezza. Ci consideriamo obbligati a farlo nel quadro del nostro mandato legale. … BKK ProVita non interpreta questi dati. Piuttosto, cerca il contatto con le autorità competenti. Al fine di fornire al PEI tutto il supporto possibile nel suo compito enormemente importante, il consiglio ha naturalmente concordato una discussione approfondita sui dati con il PEI per la prossima settimana. BKK ProVita desidera incoraggiare tutti gli enti di assicurazione sanitaria aziendale con un mandato legale a seguire il suo esempio e a valutare i propri archivi in modo appropriato a beneficio degli assicurati.”

Da allora il comunicato stampa è stato rimosso dal sito web dell’ente. Al suo posto, ora compare invece il messaggio riportato di seguito:

“Nella riunione odierna, il consiglio di amministrazione di BKK ProVita ha deciso di separarsi con effetto immediato dal direttore generale Andreas Schöfbeck. La gestione di BKK ProVita passerà nelle mani del vice Walter Redl.”

L’avvertimento di Schöfbeck ha evidentemente provocato sospetti che il governo federale tedesco ha voluto stroncare sul nascere. Il caso dimostra ancora una volta come fonti autorevoli che esprimono dubbi sul trattamento con il “vaccino” COVID-19 vengono messe a tacere.

Stando ai dati dell’ormai ex direttore generale dell’ente di assicurazione obbligatoria malattia, non sono appena 244.576, ma da 2,5 a 3 milioni di tedeschi che sono rimasti vittime di eventi avversi a causa del trattamento con il “vaccino” COVID-19. Bisogna accertare i veri dati anche in Italia. I dati dell’AIFA, come quelli del PEI, sono del tutto inaffidabili e evidentemente costituiscono solo una piccola parte dei numeri effettivi.

Germania “vaccini” COVID: elevato numero di effetti collaterali rispetto a quelli ufficialmente dichiarati

Studio conferma mutamenti del genoma da vaccinazioni con l’mRNA

L’mRNA non cambia il nostro genoma, sostenevano – lo studio dell’Università di Lund in Svezia dimostra il contrario.

Dopo le conferme del CEO di Pfizer che i “vaccini” COVID non hanno effetto immunizzante, stiamo assistendo a un’altra rivelazione lampante. I risultati presentati da Markus Aldén et al. della Lund University di Malmö confermerebbero le preoccupazioni che, oltre a molti scienziati a livello internazionale, nutrono anche numerosi cittadini che si sono opposti al trattamento con queste sostanze.

Le conseguenze a medio e lungo termine dell’iniezione ripetuta di queste sostanze sperimentali a base genica sono allo stato attuale assolutamente imprevedibili. A maggior ragione l’imposizione del trattamento con queste sostanze alla popolazione, tra cui gli operatori sanitari, gli insegnanti, i militari e le forze dell’ordine, nonché tutti i cittadini con più di 50 anni, è pura follia e deve essere fermata immediatamente. La pubblicazione dello studio può essere trovata qui.

CEO di Pfizer: i “vaccini” COVID non hanno effetto immunizzante

È lo stesso CEO di Pfizer – Albert Bourla – a confermare che le sostanze a base genica che vengono iniettate da fine dicembre 2020, e che erano state autorizzate in via condizionata per l’iniezione a 2 dosi dalla Commissione UE, non hanno assolutamente alcun effetto immunizzante. Spiega che dopo la terza iniezione bisogna per forza aggiungerne altre iniezioni e che le attuali sostanze non coprono le varianti virali del virus (compreso OMIKRON) che già da molti mesi sono prevalenti. Infatti parla di un “adattamento in corso” della sostanza alla variante OMIKRON, laddove peraltro, è ovvio che la stessa variante virale nel frattempo verrà sostituita da nuovi varianti.

Alla luce di queste dichiarazioni fornite dal CEO di Pfizer non possono esserci dubbi sulla natura sperimentale e sulla irragionevolezza oltre che irresponsabilità dell’imposizione ai cittadini del trattamento con queste sostanze sperimentali che secondo studi fatti sulla sostanza Comirnaty di Pfizer-Biontech possono mutare il nostro genoma.

Il CDC nasconde i dati sul Covid: “Potrebbe danneggiare la campagna vaccinale”

Quanto già si sapeva è ora reso pubblico nel mainstream. Una gran parte dei dati raccolti sui “vaccini” Covid viene trattenuta. Il ragionamento della massima agenzia americana di controllo delle malattie è chiaro: i dati potrebbero essere fraintesi e seminare dubbi sull’efficacia.

Molti critici l’avevano già constatato, ma ora è una certezza: La massima autorità americana per il controllo e la prevenzione delle malattie, il CDC („Centers for Disease Control and Prevention“), sta nascondendo al pubblico i dati sul Covid e la “vaccinazione”. Ora anche il “New York Times” ha riportato il fatto.

“Due anni dopo l’inizio della pandemia, l’agenzia che guida la risposta del paese all’emergenza sanitaria ha rilasciato solo una piccola parte dei dati che ha raccolto”, afferma il Times citando persone vicine al CDC. Anche se hanno raccolto ogni sorta di dati sui ricoveri per più di un anno, la maggior parte di essi non è resa pubblica.

Il CDC dichiara al Times che si teme che “l’informazione possa essere interpretata scorrettamente”. Inoltre affermava che i dati in questione non erano da considerarsi “maturi ” per il rilascio pubblico, dato che tutto ciò che diventa pubblico deve essere “accurato e utilizzabile”.

Dati sull’ efficacia del booster, per esempio, esistono solo per i gruppi più anziani. Ciò significa che gli “esperti” a cui le autorità statunitensi chiederebbero consiglio devono ricorrere a cifre provenienti da Israele. “Il rendimento dei vaccini e dei richiami, soprattutto tra i più giovani, è tra le omissioni più evidenti nei dati rilasciati dal CDC.”, scrive il Times nel suo articolo.

Per quale motivo il CDC teme che i dati possano essere “male interpretati”? È concepibile che il pubblico si faccia l’idea che il siero non funziona.

Clicca qui per l’articolo del “New York Times”.

Germania “vaccini” COVID: elevato numero di effetti collaterali rispetto a quelli ufficialmente dichiarati

Germania “vaccini” COVID: elevato numero di effetti collaterali rispetto a quelli ufficialmente dichiarati

In Germania, un importante ente di assicurazione obbligatoria malattia ha informato l’Istituto tedesco per la sicurezza dei farmaci PEI, equivalente all’AIFA italiana, che secondo i loro dati, il numero di eventi dannosi verificatisi dopo il “vaccino” Covid-19 è un multiplo a due cifre del numero ufficiale.

Secondo la comunicazione ufficiale del direttore generale dell’ente di assicurazione obbligatoria malattia tedesca, Andreas Schöfbeck, all’Istituto tedesco per la sicurezza dei farmaci, 216.695 persone assicurate sono state trattate per gli effetti collaterali del “vaccino” COVID-19 dall’inizio del 2021 fino alla metà del terzo trimestre. In confronto, l’Istituto tedesco per la sicurezza dei farmaci PEI ha registrato solo 244.576 rapporti di reazioni avverse provocate dai “vaccini” Covid, basati su 61,4 milioni di persone inoculate. “La nostra analisi mostra che abbiamo a che fare con un chiaro under-reporting qui”, dice Schöfbeck.

Sottolinea inoltre che i dati valutati da lui e dal suo team coprono solo 10,9 milioni di assicurati e solo un periodo di sette mesi e mezzo mentre la campagna vaccinale tedesca è già in corso da 14 mesi. “Secondo i nostri calcoli, riteniamo che ad oggi siano realistiche 400.000 visite mediche da parte dei nostri assicurati a causa di complicazioni da vaccinazione”, dice Schöfbeck, “Estrapolata alla popolazione totale, questa cifra sarebbe di tre milioni”.

Come spiega la differenza tra i dati dell’Istituto tedesco per la sicurezza dei farmaci e l’assicurazione? Schöfbeck cita il sistema di segnalazione come un problema: “I medici non sono pagati per segnalare gli effetti collaterali delle vaccinazioni. Allo stesso tempo, questo processo richiede molto tempo. È semplicemente impossibile riferire tutto”.

Questa lettera, che conferma ciò che le assicurazioni private negli Stati Uniti hanno già dichiarato mesi fa, dovrebbe rendere esplosiva la discussione sull’obbligo “vaccinale” Covid-19 in Germania. Anche in Italia devono essere accertati dati reali! I dati dell’AIFA, come quelli di PEI, sono completamente inaffidabili e rappresentano solo la punta dell’iceberg.

Doctors for Covid Ethics: An Interdisciplinary Symposium III – The Truth Shall Set You Free

BOLZANO (18 febbraio 2022) – Renate Holzeisen interviene nel suo ruolo di avvocato sulle opportunità e le minacce legali e procedurali per combattere le misure COVID-19 e la tessera verde in occasione del 3° simposio interdisciplinare Doctors for Covid Ethics intitolato “The Truth Shall Set You Free”.

Il simposio di emergenza che vede la partecipazione di medici, scienziati, avvocati ed economisti di fama internazionale che chiedono un’azione immediata nella crisi attuale è presentato da Doctors For Covid Ethics, Corona Investigative Committee, UKcolumn e Children’s Health Defense di Robert Kennedy Jr.

“Un avvocato come Renate Holzeisen, che esercita anche davanti alle Corti supreme e specializzata in diritto europeo e internazionale, è una forza fondamentale nei casi a livello europeo e anche a livello nazionale – unificando, condividendo e coordinando le iniziative. È attivamente impegnata in questioni riguardanti i diritti e le libertà fondamentali.”, afferma Children’s Health Defense Europe.

Collegandosi a https://www.ukcolumn.org/video/doctors-for-covid-ethics-an-interdisciplinary-symposium-iii-the-truth-shall-set-you-free, a partire dalle 19:00 con il contributo di Renate Holzeisen in inglese alle 20:45 è possibile seguire il simposio in diretta.

“Vaccino” COVID – Prescrizione Medica

Per tutti che sono assoggettati direttamente o indirettamente all‘obbligo „vaccinale“ di cui al D.L. 44/2021, qui di nuovo l‘istanza per l’ostensione della prescrizione medica

L’autorizzazione condizionata delle iniezioni sperimentali (alias „vaccini“-COVID-19) è avvenuta a condizione
1) che i cittadini vengano informati precisamente della fase sperimentale in cui le sostanze di fatto si trovano (art. 8 Regolamento CE 507/2006) e che, dunque, è indispensabile informare i cittadini su tutti i dati allo stato mancanti (vedasi i capitoli „missing Information“ dei Risk Management Plan dei produttori), e che
2) un medico valuti, in dovuta osservanza dei doveri imposti ai medici in punto prescrizione dei farmaci (vedi per l‘Italia, tra le altre, l‘art. 13 Codice Deontologico dei Medici) autonomamente, con scienza e coscienza, per ogni singolo cittadino sia l’opportunità sia i rischi che l’applicazione di queste sostanze sperimentali comportano.

E ciò, partendo, in primis, dal fatto che queste iniezioni sperimentali non sono state autorizzate, e non sono efficaci ai fini della prevenzione dell‘infezione con il virus SARS-CoV-2 (e, dunque, della tutela dei terzi) ma sono state autorizzate, in via provvisoria sotto condizioni, esclusivamente ai fini della prevenzione della malattia Covid-19.

Dato che l‘obbligo „vaccinale“ diretto (per categorie professionali e gli over 50) e indiretto (super-greenpass) di cui al D.L. 44/2021, è riferito inequivocabilmente alla „prevenzione dell‘infezione con il virus SARS-Cov-2, la prescrizione medica, richiesta ai fini della legittima applicazione dei „vaccini“-Covid-19, può avvenire soltanto nei confronti di quelle persone che di loro spontanea e libera volontà (e, dunque, non costretti con ricatto/estorsione) formatasi sulla base di una completa e corretta informazione in punto efficacia e profilo di sicurezza di queste sostanze sperimentali, abbiano deciso di farsi trattare con queste sostanze non ai fini dell‘adempimento dell‘obbligo vaccinale di cui al D.L. 44/2021 (adempimento di fatto allo stato impossibile!), ma ai fini di una possibile prevenzione della sola malattia Covid-19.

Il tema della prescrizione medica è cruciale, perché la prescrizione medica di queste sostanze ai fini della prevenzione dell‘infezione con il virus SARS-CoV-2 costituirebbe un grave falso ideologico e un atto utile a favorire una epidemia (anziché combatterla) e, dunque, un atto penalmente rilevante a carico dei responsabili, incluso il medico vaccinatore.

L‘applicazione di queste iniezioni sperimentali senza una prescrizione medica, costituisce un’applicazione non autorizzata di una sostanza sperimentale e dunque un atto vietato ed illegittimo con conseguenze giuridiche di varia natura.

Exit mobile version