L’UE vuole estendere il Green Pass fino al 2023

La Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen vuole prorogare il Green Pass fino al 30 giugno 2023. I cittadini UE hanno tempo fino all’8 aprile per comunicare la loro posizione in merito al regolamento proposto. Più di 93.000 persone hanno già espresso la loro opinione.

Secondo i piani dell’UE, la pandemia è appena iniziata. Se si tratta realmente di un’emergenza sanitaria o meno è irrilevante. Basta dichiarala. Attualmente il certificato verde è valido fino a luglio 2022. Tuttavia, a causa “dell’emergenza sanitaria”, la Commissione Europea ha intenzione di prorogare il regolamento di un anno.

A livello europeo, la certificazione sarà un requisito obbligatorio per viaggiare “in sicurezza”. Solo persone sottoposte al richiamo potranno ricevere un certificato valido. Inoltre, è prevista l’estensione dei certificati QR a soggetti che partecipano a studi clinici.

Per presentare la propria obiezione al regolamento proposto c’è tempo fino all’8. Aprile. I pareri dei cittadini saranno poi consegnati al Consiglio e al Parlamento europeo.

È importantissimo manifestare la propria obiezione a questo regolamento proposto che ci condurrebbe verso uno stato di permanente emergenza sanitaria.

È possibile rilasciare la propria obiezione cliccando qui:  https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13375-Proroga-del-regolamento-sul-certificato-COVID-digitale-dellUE_it

Trattato pandemico dell’OMS ” è una minaccia alla sovranità e ai diritti inalienabili.”

Il trattato pandemico dell’OMS è una minaccia alla sovranità e ai diritti inalienabili. Lo dice il World Council for Health, ovvero Consiglio Mondiale della Sanità,  che si è inserito nel dibattito con una lettera aperta.

Il World Council for Health (WCH), una coalizione di scienziati, medici, avvocati e organizzazioni per ladifesa della società civile, si oppone alle mosse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) diette alla presa di potere sotto forma di un „accordo globale sulle pandemie“.

La lettera è indirizzata ai “cittadini di tutto il mondo, ai governi, ai presidenti, ai ministri della salute e ai media indipendenti”, ma soprattutto al capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreysus e a Soumya Swaminathan, la direttrice scientifica dell’OMS, così come al segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e ai suoi vice.

Nella lettera aperta, il WCH denuncia severamente le “aspirazioni” dell’OMS definendole una “presa di potere”. L’accordo “proposto” è “inutile e rappresenta una minaccia alla sovranità e ai diritti inalienabili”. Aumenterebbe il potere già schiacciante dell’OMS di “dichiarare infondatamente delle pandemie, imporre chiusure disumane e imporre trattamenti costosi, pericolosi e inefficaci contro la volontà del popolo”.

La stesura della bozza del trattato globale pandemico è profondamente antidemocratica e priva di qualsiasi trasparenza:

„Il WCH crede che il popolo abbia il diritto di partecipare a qualsiasi accordo che riguardi la sua vita, i suoi mezzi di sussistenza e il suo benessere. Tuttavia, l’OMS non si è impegnata in un processo di partecipazione pubblica, il che dimostra che la sua priorità è catturare più potere per sé e i suoi complici corporativi, piuttosto che servire gli interessi della gente. Senza un processo democratico imparziale, qualsiasi accordo dell’OMS, che agisce attraverso le Nazioni Unite, sarà illegale, illegittimo e non valido.“

La leadership dell’OMS ha „deluso il popolo“. Tra i molti esempi, ha approvato il dannoso vaccino contro l’influenza suina per una controversa dichiarata pandemia. Allo stesso modo, l’OMS ha fallito durante il recente capitolo Covid-19, poiché ha incoraggiato chiusure e lockdown, soppresso i trattamenti preventivi precoci ( ovvero ivermectin invece di tachipirina e vigile attesa) e raccomandato “trattamenti con prodotti che non hanno dimostrato di essere né sicuri né efficaci”.

Per questo è necessario porre fine ai piani dell’OMS:

Non si può permettere all’OMS di controllare l’agenda sanitaria mondiale, né di imporre la sorveglianza biologica. Mentre riceve finanziamenti da fonti pubbliche che appartengono al popolo, si trova in un perpetuo conflitto d’interessi perché riceve anche notevoli finanziamenti da interessi privati che usano i loro contributi per influenzare e trarre profitto dalle decisioni e dai mandati dell’OMS. Per esempio, la Fondazione Gates e l’alleanza per la promozione dei vaccini GAVI, finanziata da Gates, contribuiscono con oltre 1 miliardo di dollari all’anno.

Ora è necessario “agire”:

„Esortiamo tutti a rivolgersi a rappresentanti credibili del governo, partiti politici, sindacati, gruppi della società civile, professionisti, personaggi pubblici e media indipendenti“

In vista della 77esima Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS nel 2024, dove l’OMS intende confermare il suo accordo sulla pandemia, il WCH continuerà a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso una campagna contro questa mossa antidemocratica.

Il WCH è un’organizzazione che riunisce 130 organizzazioni impegnate nel campo della salute presenti in più di 40 paesi del mondo. Fondata nel 2021, vuole “fornire una leadership medica onesta durante l’emergenza sanitaria COVID19 nonché numerose altre questioni sanitarie attuali e future”.

Booster annuale a partire da autunno 2022 – le dichiarazioni del CEO di Pfizer

L’azienda farmaceutica Pfizer propone il richiamo annuale per aumentare i profitti. Solo due mesi dopo l’autorizzazione emergenziale per il “vaccino” Pfizer-BioNTech, il CEO Albert Bourla stava già rivelando ai media che il piano a lungo termine dell’azienda farmaceutica era di vendere richiami annuali del “vaccino” COVID19.

“Ogni anno bisogna andare a fare il vaccino antinfluenzale”, ha detto Bourla durante un’intervista con NBC News. ” Sarà uguale per il COVID. Tra un anno, bisogna andare a farsi il vaccino annuale per essere protetti”.

Durante una earnings call del febbraio 2021, il CEO Albert Bourla aveva detto agli analisti, agli istituti di credito e agli investitori che l’azienda potrebbe realizzare profitti importanti facendo pagare prezzi più alti e implementando dosi di richiamo di routine per le nuove varianti del virus.

Durante la Global Health Conference di Barclays nel marzo 2021, il CFO Frank D’Amelio aveva detto che Pfizer non ritiene che il “vaccino” sia una tantum, ma “come qualcosa che continuerà per il prossimo futuro”.

Già allora, Pfizer aveva rivelato agli investitori che si aspettava un flusso di entrate simile a quello dei vaccini antinfluenzali. La FDA aveva dichiarato che era disposta ad autorizzare i richiami sulla base di studi clinici limitati, accettando i dati  sulla capacità dei “vaccini” di stimolare il sistema immunitario forniti dal produttore, piuttosto che aspettare i risultati di sicurezza ed efficacia a lungo termine.

Le vendite del 2022 del “vaccino” COVID19 e della pillola antivirale, Paxlovid, di Pfizer dovrebbero generare un volume d’affari di 54 miliardi di dollari, secondo Reuters.

Pfizer ha dichiarato che il ”vaccino” dovrebbe generare un volume d’affari 32 miliardi di dollari nel 2022 – un calo del 13% rispetto al 2021.

 

Pfizer: In arrivo la 4ª dose

Il CEO di Pfizer Albert Bourla ha dichiarato domenica scorsa che la protezione dopo tre dosi non è “così buona contro le infezioni” e “non dura molto a lungo” di fronte a una variante come Omicron. L’azienda farmaceutica statunitense mira a sottoporre a breve i piani per una 4a dose del vaccino COVID-19 alla US Food and Drug Administration, l’ente regolatore del farmaco.

Il CEO di Pfizer Albert Bourla ha dichiarato domenica alla rete televisiva americana CBS “Face the Nation” che una quarta dose del suo “vaccino” COVID-19 sarà necessaria per mantenere livelli gestibili delle ospedalizzazioni e delle infezioni più lievi.

L’azienda farmaceutica intende presentare i documenti relativi a una quarta dose alla Food and Drug Administration (FDA). Inoltre, l’azienda sostiene di stare lavorando su un vaccino che proteggerà contro tutte le varianti COVID per almeno un anno.

In un’intervista alla rete americana CNBC “Squawk Box”, Bourla ha detto:

“Penso che presenteremo alla FDA un pacchetto significativo di dati sulla necessità di una quarta dose e loro dovranno trarre le dovute conclusioni, ovviamente, e poi anche il CDC. […] vedranno che indubbiamente c’è bisogno di una quarta dose per potenziare la risposta immunitaria”.

Secondo Bourla una quarta dose è “necessaria subito” perché la protezione dopo tre dosi del “vaccino” di Pfizer “non è così buona contro le infezioni” e “non dura molto a lungo” di fronte a una variante come Omicron.

Bourla ha affermato che Pfizer sta sviluppando un vaccino che copre Omicron e tutte le altre varianti e si dice ottimista sui dati preliminari che ha potuto osservare finora.

“Ci sono tante sperimentazioni in corso in questo momento, e molte inizieremo a valutare entro la fine del mese”, ha aggiunto.

Le dichiarazioni Albert Bourla sono autoesplicative. In precedenza il CEO di Pfizer aveva dichiarato che il siero non aveva alcun effetto immunizzante. L’articolo e il relativo video li trovi qui.

Morti da „vaccino“-Covid-19: evidente mancanza di una farmacovigilanza in Italia

Il database dell’EMA, noto come EudraVigilance, contiene non solo gli eventi avversi ma anche i decessi segnalati in seguito alla vaccinazione. Il numero di casi non denunciati è considerevole. Il grado di affidabilità delle segnalazioni varia da paese a paese.

Il grafico mostra i decessi segnalati per milione di dosi di vaccino. Non sorprende che l’Islanda sia in cima alla classifica. Dai documenti dell’autorità sanitaria islandese si evince è stata effettuata e pubblicata che fin dall’inizio una raccolta e valutazione dei dati onesta e trasparente. Ecco perché l’Islanda ha completamente eliminato tutte le misure di risposta alla pandemia dopo che i dati hanno confutato l’efficacia degli interventi pandemici.

Stessa valutazione per milioni di abitanti per paese. Il risultato rimane sostanzialmente invariato.

Emerge in modo chiaro che la farmacovigilanza per le iniezioni sperimentali è particolarmente scarsa in Italia.

Qui sotto trovate l’elenco dei decessi segnalati a causa del vaccino con la ripartizione per Stato: EMA_29-01-2022_Death_BP_MD_AZ_JS

Islanda: Contagio al posto della vaccinazione

I “vaccini” non funzionano, bisogna infettare il maggior numero di persone possibile. Questo è quanto annunciato dal Ministero della Salute islandese. Da fine febbraio l’Islanda ha revocato tutte le restrizioni. È anche il primo paese a riconoscere il fallimento della campagna „vaccinale“.

Nonostante un’incidenza di oltre 7.000 per 100.000 abitanti, l’Islanda ha abbandonato il 25 febbraio ogni restrizione relativa al COVID.

“La resistenza collettiva al COVID-19 è il modo più efficace per uscire dall’epidemia”, ha dichiarato il ministero in un comunicato, citando l’autorità sanitaria nazionale.

Secondo il Ministero della Salute islandese, “Per raggiungere questo obiettivo, il maggior numero possibile di persone deve essere infettato dal virus, poiché i vaccini sono insufficienti”.

Aggiungendo un obbligatorio “anche se forniscono una buona protezione contro le malattie gravi”, il ministero ha effettivamente dichiarato il fallimento della campagna “vaccinale”.

I documenti dell’autorità sanitaria islandese mostrano che una onesta e trasparente raccolta e valutazione dei dati è stata effettuata fin dall’ inizio. Non è quindi sorprendente che l’Islanda sia in cima alla lista per le morti segnalate in seguito al vaccino. Clicca qui per leggere l’articolo sulle morti da “vaccino”-Covid-19.

L’immunità naturale batte l’immunità da vaccino conferma l’autorità sanitaria USA

Lo studio del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) pubblicato il 19 gennaio, dimostra che l’immunità naturale contro COVID19 è stata almeno tre volte più efficace nel prevenire l’infezione con la variante Delta rispetto alla vaccinazione.

La ricerca condotta in California e New York tra maggio e novembre 2021 ha esaminato quattro categorie: non vaccinati e vaccinati con precedente infezione da COVID, e non vaccinati e vaccinati che non erano mai stati infettati.

I risultati dimostrano che il tasso di infezione risultava significativamente inferiore in soggetti che non erano stati vaccinati ma precedentemente esposti al virus rispetto a soggetti la cui immunità era basata solo sulla vaccinazione. Il tasso di infezione più elevato, si è verificato in coloro che non avevano né un’esposizione precedente né il vaccino.

Soggetti non vaccinati ma guariti avevano tassi di infezione da 14,7 (New York) a 29 (California) più bassi di soggetti senza immunità, mentre i soggetti vaccinati senza precedente esposizione a COVID avevano tassi da 4,5 (New York) a 6,2 (California) più bassi di soggetti senza immunità.

I risultati sono stati simili per quanto riguarda l’ospedalizzazione. Le persone con immunità naturale avevano 2-6 volte meno probabilità di essere ricoverate rispetto a quelle con il solo vaccino.

Inoltre, l’immunità naturale ha portato a un tasso di ospedalizzazione più basso rispetto all’immunità ibrida (vaccino più guarigione), almeno negli ultimi tre mesi dello studio. Le persone con sola immunità naturale avevano in media almeno 20 volte meno probabilità di essere ricoverate rispetto a quelle con immunità ibrida.

“Si tratta di una scoperta importante poiché suggerisce che il vaccino potrebbe interferire con l’immunità naturale”, spiega Dr. Madhava Setty.

Con questi nuovi risultati l’autorità sanitaria statunitense smonta il suo precedente studio pubblicato nell’agosto 2021, ampiamente ripreso dalla stampa mainstream, in cui si concludeva che la vaccinazione sarebbe superiore all’immunità naturale.

E ora, a distanza di oltre un anno dall’inizio della campagna vaccinale imposta dal governo italiano, il più recente studio del CDC, insieme a uno studio israeliano, gettano seri dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino sottolineando la superiorità dell’immunità naturale.

Multa per non aver indossato la mascherina – Giudice di Pace annulla la sanzione

Segnali di reviviscenza dello Stato di Diritto anche in Alto Adige.

Un uomo di Bressanone, in provincia di Bolzano, alle ore 23.00, dopo aver festeggiato con colleghi la nascita di una bambina, si stava dirigendo verso la città per comprarsi le sigarette quando presso il complesso universitario è stato fermato da un carabiniere e comminato una sanzione amministrativa  di 410,65 euro perché “nonostante invitato non faceva uso delle protezioni respiratorie”.

Il Giudice di Pace di Bressanone accoglie correttamente il ricorso presentato per l’annullamento della sanzione comminata per mancato rispetto di misura Covid-19 della Provincia Autonoma di Bolzano, sulla scia della motivazione della nota sentenza del Tribunale di Pisa:

Come ineccepibilmente enunciato dalla sentenza n. 1842/2021 emessa in data 08/11//2021 dal Tribunale di Pisa, alla quale si rimanda per relationem, “l’epidemia o la pandemia non rientrino in alcun modo nell’ambito della calamita naturale, per il semplice motivo che sono dimensioni di crisi del tutto diverse fra di faro”.

Il Legislatore, nel redigere un testo onnicomprensivo sulla Protezione civile come il d.lgs. 1/2018, non ha infatti indicato il rischio epidemico fra quelli a causa dei quali occorre intervenire, previa dichiarazione di stato di emergenza comunale, regionale o nazionale.

Manca, percio, un qualsivoglia presupposto legislativo su cui fondare la delibera del Consiglio dei Ministri del 31.1.2020, con consequenziale illegittimità della stessa per essere stata emessa in violazione dell’art. 78, non rientrando tra i poteri del Consiglio dei Ministri quello di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria.

Questo Giudice di Pace quindi fa proprie le conclusioni statuite dal giudice di merito del capoluogo toscano: “la delibera dichiarativa dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei Ministri il 31.1.2020 e illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanta non e rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge, ordinaria o costituzionale, che attribuisca al Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario. A fronte della illegittimità della delibera del CdM del 31.01.2020, devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVI D-19, nonché tutte le successive proroghe dello stesso stato di emergenza.”

Alle similari conclusioni sono pervenuti il Giudice di Pace di Frosinone con sentenza n. 519/2020 ed il Tribunale di Reggio Emilia con sentenza n. 54/2021.

Qui il link alla sentenza: Sentenza GdP Bressanone n. 4-2022

Gli scienziati britannici avvertono: “Pandemia degli infarti”

I problemi cardiovascolari sono ormai da tempo tra gli effetti collaterali ufficialmente riconosciuti a seguito dei vaccini COVID-19. Già nel luglio dell’anno scorso, l’Agenzia europea dei farmaci (EMA) aveva dichiarato che miocardite e pericardite erano state incluse come possibili reazioni avverse nei foglietti illustrativi dei vaccini di Pfizer e Moderna. A sua volta, i dati dell’EMA di gennaio mostrano un aumento di oltre il 900 per cento per il 2021 rispetto all’inizio del 2020:

L’Health Advisory & Recovery Team (HART) del Regno Unito ha esaminato questo evento attraverso le chiamate di emergenza 112 ricevute per arresto cardiaco o respiratorio e ha osservato un drammatico aumento a partire dalla primavera 2021.

Rispetto al 2019/2020, i dipartimenti di emergenza hanno registrato 27 800 chiamate di emergenza per arresto cardiaco o respiratorio ogni giorno – il che è stato il 30 per cento in più del previsto. Secondo l’Health Advisory & Recovery Team, composto da medici, scienziati, economisti e psicologi, questo equivale a più di 500 chiamate di emergenza in più al giorno.

Secondo le stime di HART, tra il 90 e il 97 per cento delle persone che si sono presentate al dipartimento di emergenza sono decedute in seguito. “È presumibile che questo abbia contribuito all’aumento della mortalità in eccesso nel Regno Unito alla fine di maggio 2021.” A fronte di questo scenario, gli scienziati parlano di una “pandemia di infarti”.

I risultati del team di ricerca britannico coincidono con una analisi delle chiamate di emergenza medica in Israele. Questi mostrano un aumento del 34,7% degli arresti cardiaci e degli attacchi di cuore nella fascia di età 16-29 e un aumento del 32,9% nella fascia di età 30-39 nel 2021 rispetto agli anni precedenti. Gli autori dello studio attribuiscono questo aumento alla campagna “vaccinale”.

Un messaggio a tutti i genitori

I genitori sono i primi a dover prendere decisioni nell’interesse dei loro figli. È dunque indispensabile che abbiano le informazioni necessarie per poter prendere una decisione in merito al cosiddetto “vaccino”-Covid-19. Informazioni indispensabili anche per i giudici che si trovano nella situazione di dover sostituirsi ai genitori in questa per la vita e la salute dei minorenni importantissima decisione.

Exit mobile version