Nella trasmissione di ieri della Tavola Rotonda (“Am Runden Tisch”) della RAI Südtirol in lingua tedesca, l’Assessore Provinciale altoatesino per l’istruzione e la cultura tedesca Philipp Achammer ha dichiarato testualmente quanto segue: “Abbiamo un massiccio aumento dei disturbi dello spettro autistico … a prescindere dal motivo … nessuno riesce più a tenere il passo con la necessità di personale di supporto”.
Nell’ambito dell’audizione dei rappresentanti delle scuole dell’infanzia e della primaria e secondaria istruzione di tutti i tre i gruppi linguistici, che noi membri della prima commissione legislativa del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano abbiamo condotto nell’autunno dello scorso anno, ci è stato comunicato che in Alto Adige su 76 bambini ce n’è uno (1) autistico e che l’aumento è continuo.
Poiché molto spesso viene obiettato che il forte aumento del tasso di autismo non corrisponderebbe alla realtà, ma sarebbe dovuto esclusivamente a nuovi criteri diagnostici, ho approfittato dell’audizione per porre la domanda concreta a coloro che lavorano da decenni nel sistema dell’istruzione, se vedono un effettivo aumento dei disturbi dello spettro autistico o se l’aumento segnalato dipende solo da una diversa pratica diagnostica. All’unanimità, nell’aula del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano, tutti gli invitati rappresentanti delle scuole dell’infanzia e della prima e secondaria istruzione di tutti i tre i gruppi linguistici ci hanno confermato che il massiccio aumento corrisponde a una situazione reale.
Ciò significa che abbiamo a che fare con una situazione di emergenza ossia di necessità di protezione civile che deve essere oggetto di una discussione aperta e intensa ogni giorno nella scienza, nella politica, nei media e quindi nella società nel suo complesso, senza essere ostacolata dalla censura.
Ma poiché l’identificazione delle cause è coperta da enormi tabù, e il cosiddetto “elefante nella stanza” viene deliberatamente ignorato – secondo il motto “Non può essere ciò che non deve essere!” – questa situazione estremamente minacciosa che riguarda la nostra società in generale, viene per lo più repressa nel discorso pubblico in una sorta di OMERTÀ, e solo quando i responsabili si trovano in difficoltà nel fornire spiegazioni, come ieri l’Assessore altoatesino per l’istruzione in lingua tedesca, viene comunicata la drammatica realtà.
Per tutti i vaccini pediatrici autorizzati in via centralizzata dalla Commissione Europea (ormai vengono utilizzati solo vaccini multivalenti) vale che la loro sicurezza ed efficacia non è mai stata accertata in studi clinici con veri gruppi di controllo. Gli adiuvanti in essi contenuti, come l’alluminio, superano la barriera emato-encefalica, che non è ancora sviluppata all’età dell’infanzia, tanto meno nei neonati e nei bambini della prima infanzia.
Anche da noi si sostiene insistentemente che sarebbe stato dimostrato che non esiste alcuna connessione tra l’autismo e i vaccini pediatrici. È vero il contrario.
Vengono continuamente pubblicati studi peer-reviewed che mostrano una chiara connessione, vedi ad esempio questo studio, pubblicato alla fine di gennaio 2025:
I vaccini pediatrici attualmente utilizzati anche in Alto Adige/Sudtirolo non sono mai stati testati in punto sicurezza con veri gruppi di controllo, un fatto che, tra l’altro, l’Assessore altoatesino alla salute H. Messner ha già ammesso pubblicamente in seguito alle mie rispettive interrogazioni in Consiglio provinciale.
La farmacocinetica dei vaccini pediatrici non è stata affatto testata: cioè non è mai stato verificato come queste sostanze, che contengono adiuvanti come l’alluminio, che è notoriamente altamente tossico e può causare gravi danni neurologici, si distribuiscono nel corpo e dove rimangono.
I pochi studi clinici con non veri gruppi di controllo (perché il cosiddetto “gruppo di controllo” riceve un altro vaccino che non è stato testato a sua volta oppure una sostanza che contiene comunque gli adiuvanti) sono stati per lo più condotti solo su neonati e bambini piccoli fino a 24 mesi di età in America Latina, Africa e Asia. Anche questo dovrebbe farci riflettere, perché i bambini di questa età non sono in grado di esprimere i disturbi che si manifestano dopo la vaccinazione, o non si nota subito ossia facilmente se un bambino, che non è ancora (molto) avanzato nello sviluppo del linguaggio e del movimento, ne subisce un effetto collaterale.
Non mi stancherò mai di sottolineare la follia di una società che sacrifica i propri figli e il proprio futuro di una società autodeterminata sull’altare di un dogma vaccinale – costruito da decenni da una lobby che controlla le autorità del farmaco, la politica, la giustizia e i media, società che mostra un comportamento che nello studio della storia attribuiamo al Medioevo.
La scienza significherebbe verificare senza dogmi tutte le cause non definitivamente escluse. Ma questo è esattamente ciò che non avviene quando si parla di vaccinazione!
L’Unione Europea sta portando avanti l’agenda di immunizzazione 2030 (https://www.who.int/europe/initiatives/the-european-immunization-agenda-2030)
e così anche i paesi in cui non esiste l’obbligo di vaccinazione (come l’Austria) hanno ora un tasso di copertura vaccinale relativamente alto. Perché attraverso la censura sistematica e la richiesta alla politica e alla sanità di combattere la presunta disinformazione, nell’Unione Europea è stato installato un meccanismo autoritario.
E come ci ha spiegato ieri l’Assessore Achammer, anche i suoi colleghi del Tirolo del Nord e del Vorarlberg (Austria) sono confrontati con il massiccio aumento dei disturbi dello spettro autistico e, come lui, non riescono più a tenere il passo con la necessità di personale di supporto nelle scuole!
Siamo di fronte a un’emergenza di proporzioni tali da aver già raggiunto da tempo la dimensione di un allarme anche per la protezione civile, e mi chiedo per quanto tempo ancora i responsabili della politica, della sanità e dei media preferiranno sacrificare i propri figli e nipoti piuttosto che guardare in faccia la verità e “tirare finalmente il freno a mano”.
Ciò richiede innanzitutto il rispetto dell’obbligo di prescrizione medica dei vaccini pediatrici previsto nelle decisioni di autorizzazione della Commissione europea. Ciò significherebbe la immediata legalmente efficace disapplicazione del disumano obbligo vaccinale pediatrico in vigore in Italia.
Una mozione presentata da me a febbraio in Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano, documentata istituzionalmente, è stata purtroppo respinta a maggioranza non solo dai partiti di governo (SVP, Freiheitliche & Co.), ma anche dai grandi partiti di opposizione come il Team-K.
E così continua il trattamento dei nostri figli con prodotti vaccinali, la cui sicurezza non è mai stata confermata, ma che in studi peer-reviewed sono identificati come causa di autismo e altri danni neurologici.
E tutto ciò con l’uso massiccio di disinformazione e un ricatto disumano dei genitori (i bambini non vaccinati vengono esclusi senza pietà dagli asili nido, dai servizi di Tagesmutter e dalle scuole dell’infanzia!) … fino a quando ogni bambino avrà bisogno di un insegnante di sostegno e noi, come società nel suo insieme, non costituiremo più per quell’«élite» che beneficia palesemente di questo diabolico sviluppo, “il pericolo” di una popolazione capace di autodeterminarsi.
RA/Avv. DDr. Renate Holzeisen
Abgeordnete zum Südtiroler Landtag – Membro del Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano
Fraktion VITA – Gruppo Consiliare VITA
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